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1889AmantiniC

 

Selected excerpts from the article by Cesare Amantini examine the role of the ligamentum capitis femoris (LCF) vessels in the blood supply to the femoral head. In addition, the author discusses the evolution of the LCF, suggesting that this structure is a separated part of the hip joint capsule.

The text is prepared for machine translation using a service built into the blog from Google or your web browser. In some cases, we have added links to quotations about LCF available on our resource, as well as to publications posted on the Internet.

 

Quote p. 57

In seguito a numerose iniezioni praticate nelle arterie del membro inferiore, limitate talvolta alla sola circonflessa interna a me rimase sempre impossibile poter stabilire con certezza da quale via fosse penetrato il liquido nel capo del femore, se a mezzo dei vasi della sinoviale, ovvero attraverso i vasi nutritizi del collo. Fu allora che mi proposi di praticare iniezioni isolate, limitando il campo di iniezione ad un solo ramo terminale. 

Quote pp. 58-59

Ripetuto lo stesso esperimento sull'arteria acetobolica, non mi è riuscito ottenere la penetraziene di liquido nel capo del femore, quantunque il legamento terete rimanesse fortemente iniettato.

Esaminando attentamente in qual maniera si comportassero i vasi lungo questo cordone fibroso, potei constatare che una o più diramazioni arteriose principali giungono fino alla fovea capitis e quivi diminuiscono bruscamente di volume per rimanere quasi obliterate e dar luogo alla formazione di un pennello di sottilissimi capillari.

La maggior parte delle osservazioni sopra esposte furono fatte in soggetti di età assai avanzata. Una particolarità degna di nota è che l'unica volta che ottenni la penetrazione di una piccolissima quantità di liquido nel capo del femore attraverso i vasi del legamento terete si trattava d'individuo giovane ventenne. Mancando di ulteriori osservazioni, e ciò per scarsezza di materiali, non ho potuto accertarmi se nei primi anni della vita si effettui realmente il passaggio di sangue attraverso il legamento terete per penetrare nella testa del femore. Questa ipotesi sarebbe appoggiata dall' altro fatto che nel neonato uno o più vasellini penetrano costantemente dal legamento rotondo nell'interno della cartilagine epifisaria, non che dalla considerazione relativa allo sviluppo del legamento rotondo, che cioè questo cordone fibroso rappresentante nei primi momenti di sviluppo una porzione del muscolo pettineo, sia destinato a divenire un organo pressochè inutile, come vien dimostrato dal fatto di sua incostanza nella serie animale e della sua atrofia e spesso totale scomparsa nel vecchio, fatto questo che io ho potuto verificare due volte durante le mie osservazioni.

I resultati delle mie ricerche sono dunque concordi con quelli ottenuti da Hyrtl per ciò che riguarda i vasi del legamento rotondo, con quelli di Richet per i vasi della sinoviale. La sola, ma importante particolarità che io ho potuto osservare relativamente a questi è, che il più cospicuo tronco arterioso, tra quanti ne decorrono sulla sinoviale del collo del femore, va sempre unito alla più grande ed alla più costante ripiegatura di quella, e che alla stessa maniera con cui la ripiegatura prende la sua inserzione superiore nel punto il più elevato della base della testa del femore, così quel vaso va a penetrare nell'osso in un punto della base stessa che è il più elevato, rispetto allo sbocco degli altri men cospicui vasellini.

Non fa duopo ripetere che questo vaso o fascio vascolare essendo intieramente unito al cordone fibroso d'origine capsu lare che determina la formazione della piega debba avere gli stessi rapporti suoi.

La conclusione che io derivo dalle osservazioni suesposte è che qualora le altre vie, le quali conducono sangue al capo del femore fossero interrotte, potrebbe il solo vaso della piega esser sufficiente a fornire ad esso quella quantità di liquido nutritizio necessario a mantenerne la vitalità. 

Quote p. 60

Una ripiegatura della sinoviale posta lungo la linea foveo-trocanterica inferiore determinata da un fascio fibroso proveniente dalla capsula e indirettamente dal legamento pubo-femorale, si riflette sul collo e va a raggiungere la insenatura che presenta anche nel cane il margine cartilagineo della testa del femore (vedi fig. 4. R-In.).

E siccome questa insenatura è in questo animale assai più ravvicinata alla fovea capitis di quello che non sia nell' uomo, ne segue necessariamente che il fascio fibro-vascolare, il quale determina la formazione di quella ripiegatura stessa, contragga un rapporto di vicinanza col legamento rotondo assai più intimo nel cane di quello che non sia nella specie umana (confronta le fig. 2. e 4. R.). Inoltre una specie di avvallamento, esistente nella piccola porzione di cartilagine situata tra l'apice della ripiegatura e l'inserzione del legamento rotondo, sembra stia ad accennare alla esistenza eziandio di un antico rapporto di continuità tra l'un fascio fibroso e l'altro. 

Quote pp. 61-65

Negli ungulati il legamento pubo-femorale si origina dal tendine pubico dei muscoli addominali e dal lembo anteriore del pube; scorre dirigendosi verso l'esterno, nella doccia della faccia inferiore di quest' osso cui in parte aderisce, attraversa il foro in cui è convertita dal cercine cotiloideo la incisura cotiloidea, si accolla al legamento rotondo e con esso (Fig. 5 l r.) si inserisce sulla testa del femore (Chaveaux). Tale legamento manca nei difalangi e nei tetrafalangi regolari e irregolari.

Esiste adunque nel cavallo, e negli ungulati in genere, un legamento pubo-femorale, analogo forse al legamento omonimo descritto nell' uomo ed a quello che si può osservare nel cane. L'analogia sarebbe fondata sulle inserzioni comuni o quasi, l' una superiore, al pube, l'altra inferiore, al femore. Quest' ultima inserzione non si effettua sul medesimo punto dell'osso, ma sibbene sulla stessa direzione (linea foveo-trocanterica inferiore). La differenza consiste in ciò, che nell'uomo il legamento pubo-femorale rimane estra-articolare, e solo una piccola parte (ripiegatura) si flette molto in alto per avvicinarsi al legamento rotondo, ma senza raggiungerlo; nel cavallo invece è intra-articolare colla sua porzione inferiore, e il suo attacco al femore si fa ancora più in sù che nell' uomo e nel cane, tantochè raggiunge completamente la fovea capitis e lo stesso legamento terete.

Sutton (1) descrive il legamento rotondo del cavallo come costituito di due porzioni di cui una (leg. pubo-femorale di Chaveaux) si unisce col muscolo pettineo. 

1) Sutton. The ligamentum teres - Jahresberichte über die Fortschritte der Anatomie und Physiologie - 1884. 

Il rapporto che dissi esistere nell' uomo tra muscolo pettineo, legamento pubo-femorale, piega sinoviale, legamento terete, trova quindi la sua conferma nella disposizione analoga presentata dagli animali inferiori e specialmente dal cavallo, dove m. pettineo, lig. pubo-femorale e lig. rotondo non solo occupano la stessa posizione lungo la linea foveo-trocanterica inferiore, ma sono ravvicinati e formano evidentemente un sistema continuo di organi. Dove questa vicinanza così intima e questa continuità così perfetta faccia difetto, come nel cane e nell'uomo, esiste una produzione intermedia, una ripiegatura sinoviale che rappresenta l'anello d' unione fra quelle diverse parti.

I rapporti del legamento rotondo col muscolo pettineo sarebbero ancora più intimi nello Struthio camelus e nello Sphenodon. Nel primo infatti il tendine del muscolo pettineo (m. ambiens) forma il legamento rotondo passando dal lato interno della capsula al femore; mentre nel secondo il legamento si unisce col muscolo e attraversa la cavità articolare (Sutton).

Welker (2) descrive il legamento rotondo del tapiro come un legamento parietale, vale a dire quasi del tutto aderente alla capsula dalla quale sarebbe separato da un una semplice perforazione. Lo stesso autore parlando del legamento rotondo della foca vitellina dice che esso si solleva dalla parete capsulare e decorre dal margine cotiloideo al margine della testa del femore. Non esisterebbe in questo animale quella perforazione, che è il primo principio dell' isolamento dalla capsula. 

2) Welker. Zur Anatomie des ligamentum teres femoris - 1877. 

Una disposizione del tutto analoga a quest' ultima ho potuto riscontrare nella rana. In questo anfibio il femore non presenta nè collo nè trocanteri (Fig. 6); il capo articolare è unito in linea retta al corpo mediante uno strozzamento che serve di inserzione alla capsula. Il legamento terete, esteso dal margine cotiloideo al margine della testa del femore, è unito completamente alla capsula mediante una specie di piega. Ecker (1) parlando del legamento terete nella rana non fa menzione di questa particolarità. 

1) A. Ecker. Die Anatomie des Frosches. Braunschweig - 1881, p. 58. 

Nella Lacerta muralis, la capsula è sottilissima e il legamento terete è rappresentato da un tendine muscolare che si inserisce al margine della testa.

Nella Testudo greca manca ogni traccia di legamento rotondo e di fovea capitis.

Dalle cose dette ne segue la serie seguente nello sviluppo del legamento rotondo considerato nella scala zoologica: Testudo, Lacerta, Rana, Foca vitellina, Tapirus, Sphenodon, Struthio, Equus, Canis, Homo. In questa serie si osservano i seguenti fatti da un lato, sviluppo progressivo dell'epifisi e formazione del collo del femore, dall' altra graduale ascesa del legamento rotondo da margine della testa alla sua sommità e sua trasformazione dallo stato di semplice piega della capsula (rana, foca vitellina) a quello di un vero e proprio legamento.

In sezioni microscopiche di embrioni di cavia disposte a serie ho potuto verificare che nei primi momenti di formazione dell'articolazione coxo-femorale un fascio di fibre muscolari e connettivali vanno dal pube all' estremità superiore della epifisi femorale dove si inseriscono, formando una specie di ventaglio, di cui la parte superiore penetra nell' acetabolo e si continua col primo abbozzo del legamento rotondo.

La scarsezza dei mezzi non mi ha permesso di poter intraprendere indagini più profonde, e tengo perciò a dichiarare che questa piccola parte del mio studio non è che un modesto tentativo. Mi atterrò quindi in gran parte alle cose dette da altri e specialmente ai lavori di Gegenbaur Sutton e Thompson per ciò che riguarda lo sviluppo del legamento rotondo.

Le conclusioni di Gegenbaur (1) conformi in tutto a quelle che si possono dedurre dalle mie osservazioni, tendono ad ammettere che il legamento rotondo non sia punto il resto d'una continuità primitiva delle due superficie di contatto dell'articolazione coxo-femorale; esso rappresenterebbe piuttosto un apparecchio situato primitivamente all'esterno dell'articolazione, che in seguito a movimenti di rotazione del femore finirebbe per trovarsi all'interno della cavità articolare.

Sutton (2) e Thompson (3) sono concordi nell'ammettere due maniere di legamenti articolari: 1. ispessimenti della capsula e perciò del periostio: 2. tendini muscolari. 

1) Gegenbaur - Op. cit. [Lehrbuck der Anatomie des Menschen. - Leipzig 1883.]

2) Sutton - Op. cit. [The ligamentum teres - Jahresberichte über die Fortschritte der Anatomie und Physiologie - 1884.]

3) Thompson - On the naturae and action of certain ligaments - Iahresberichte ecc. - 1886. 

Inquanto al legamento rotondo Sutton ritiene che sia di origine muscolare e rappresenti precisamente il tendine del muscolo pettineo, il quale se ne separa in seguito ai cambiamenti dello scheletro.

A tali conclusioni si poteva giungere prendendo in considerazione il rapporto intimo che esiste negli animali inferiori, e nei primi momenti di sviluppo dell'articolazione coxo-femorale degli animali superiori, tra muscolo pettineo e legamento rotondo, rapporto che va diminuendo man mano che si sale nella scala zoologica, e che, quantunque in maniera meno distinta, pur si mantiene inalterato nell'uomo.

Inquanto alla piega sinoviale da me descritta, prese in esame le considerazioni tutte che precedettero circa alla sua forma ed alla sua posizione, intermedia tra muscolo pettineo e legamento rotondo, non che la storia dello sviluppo di questo legamento, credo di non andare molto lungi dal vero considerandola, sotto il punto di vista del suo sviluppo, come un residuo della forma primitiva del legamento rotondo quale si osserva negli animali inferiori. Essa sta a rappresentare l'anello di congiunzione tra il m. pettineo ed il leg. rotondo perfettamente sviluppato; ovvero una dipendenza di quest' ultimo legamento rimasta indietro nello sviluppo e nel cammino durante la sua evoluzione e la sua ascesa alla sommità del capo femorale. Non credo si debba considerare come anomalia o varietà anatomica perchè si rinviene costantemente; non come vero e proprio rudimento di organo perchè esiste contemporaneamente all' organo perfetto e perchè ha funzione assai importante come ho sopra dimostrato.

Ad una formazione anatomica fornita di tante e così importanti attribuzioni, il che vedremo ancor meglio nel seguente capitolo, propongo di dare una denominazione speciale, e non arbitraria, ma tale che nel minor numero di parole racchiuda, per quanto sia possibile, il concetto della sua posizione e del suo significato morfologico. E un tale scopo credo si possa raggiungere chiamando coll' appellativo specifico di pettineo-foveale quella piega da me sopra descritta, e che nel suo concetto più semplice e più scientifico si può considerare quale un primitivo mezzo d'unione tra muscolo pettineo e legamento rotondo. 

Quote p. 70

Già sopra dissi, e qui mi giova ripeterlo, che il capo del femore, come ha dimostrato Hyrtl, e come ho potuto confermare io stesso, non riceve sangue per mezzo del legamento rotondo; e quantunque molti anatomici sostengano che sangue realmente vi giunga per questa via, e chirurghi eminenti come Nelaton, Dupuytren, Richet attribuiscano una certa importanza a questo fatto, tuttavia si può ritenere colla grande maggioranza che la piccola quantità di sangue che il capo del femore potesse eventualmente ricevere per la via del legamento terete, non sarebbe mai sufficiente a mantenere la sua nutrizione. 

Quote pp. 75-76

SPIEGAZIONE DELLE FIGURE

FIG. 1. - Semischema rappresentante l'estremità superiore di un femore umano, colle principali linee di frattura del collo. 1/2

F. Fovea Capitis.

Tp. Trochanter minor.

FTP. Linea foveo- trocanterica inferiore.

In. Insenatura del margine della testa con i fori di nutrizione (fn.)

AB. Linea di frattura traversale intra-articolare del collo.

AC. Linea di frattura obliqua.

OQ. Asse del collo. 

FIG. 2. – Estremità superiore di femore umano sinistro, disarticolato dall' osso iliaco mediante taglio circolare della capsula, la quale rovesciata in basso attorno al collo, lascia vedere la ripiegatura sinoviale (R). 1/2

In. Curva o insenatura del margine della testa.

Cu. Cuscinetto adiposo.

R. Piega pettineo-foveale.

Tp. Trochanter minor.

lr. Lig. teres. 

FIG. 3. – Parte posteriore d' un'articolazione coxo- femorale d'uomo; lato sinistro. La capsula è stata aperta mediante una larga finestra, l'osso iliaco è un poco rovesciato in avanti. Vi si vedono I rapporti della ripiegatura.

Ca. Capsula.

lr. Lig. teres

R. Piega pettineo - foveale.

V. Suoi vasi.

S. Seno formato dalla medesima.

Pp. Leg. pubo-femorale.

Is. Ischio.

Pb. Pube.

AB. Linea di frattura intra-articolare trasversale del collo del femore. 

FIG. 4. – Estremità superiore di femore sinistro di Canis familiaris.

Grandezza naturale.

lr. Lig. teres.

R. Piega pettineo- foveale.

Tp. Trochanter minor.

In. Curva del margine della testa. 

FIG. 5. – Estremità superiore di femore sinistro di Equus caballus. 1/2

Pf. Lig. pubo- femorale.

lr. Lig. teres.

Ca. Capsula.

Tp. Trochanter minor. 

FIG. 6. – Articolazione coxo- femorale di Rana temporaria. La capsula è aperta in parte soltanto ; in parte rimane unita all' acetabolo. Si vede il legamento rotondo parietale. Grandezza naturale.

Ca. Capsula.

lr. Lig. teres.

Ac. Acetabolo. 

FIG. 7. – Femore di Testudo greca privo di fovea capitis e di legamento rotondo.

 

External links

Amantini C. Di una men nota ripiegatura sinoviale dell' articolazione dell' anca. (Piega pettineo-foveale). Annali dell' Università libera di Perugia, Facoltà di medicina e chirurgia. Vol. 1. Anno IV. 1888-89. Perugia: Tipografia di V. Santucci, 1889; 47-76. [books.google]



Authors & Affiliations

Cesare Amantini, was an assistant to the Chair of Anatomy at the University of Perugia (Italy).

Keywords

ligamentum capitis femoris, ligamentum teres, ligament of head of femur, blood supply, vascularization, embryology, role

                                                                     

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MORPHOLOGY AND TOPOGRAPHY

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